L’intervista: Arch. Giovanni Perego.

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Inauguriamo questa rubrica dedicata agli specialisti del mondo BIM con l’intervista all’ Arch. Giovanni Perego.

Gli obiettivi della rubrica “interviste di RealBim” sono: trasferire ai lettori i casi BIM di successo nazionali ed internazionali, valorizzare e dare visibilità ai Professionisti che si stanno distinguendo per operosità nel campo del Building Information Modeling.

 “…è importante capire che il BIM è vantaggioso comunque,

aldilà dell’obbligo di legge”. Arch. Giovanni Perego

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Conosciamo da vicino l’ Arch. Giovanni Perego, meglio conosciuto sul web come Gimmi GIS, e discutiamo di quanto sia importante il Building Information Modeling per i professionisti del settore edile.

Qual è il ruolo professionale che rivesti attualmente in azienda?

Da 5 anni lavoro per Tech Data, multinazionale di distribuzione nel mondo IT, ed in particolare per la divisione Datech, che si occupa del software Autodesk. Il mio ruolo è BIM Technical Specialist – Infrastructure, ovvero di formazione e supporto tecnico, in particolare per quanto riguarda la soluzione BIM per le infrastrutture, ma in realtà non solo quello.

 

Quali sono le principali attività di formazione che ti vedono coinvolto in prima persona?

Ricevo e fornisco formazione in continuazione. Da una parte Autodesk ci aggiorna sulle novità della sua soluzione BIM, sia online che con incontri dal vivo, come Autodesk University, a cui parteciperò in novembre a Las Vegas. Dall’altra parte vengo coinvolto frequentemente, attraverso i nostri rivenditori, per svolgere corsi di formazione per i loro tecnici e per i loro clienti. Infine cerco di diffondere le informazioni che ottengo nella mia posizione di osservatore sempre aggiornato attraverso il Blog italiano per il mondo GIS e delle Infrastrutture, che rappresenta secondo me uno strumento importante per l’aggiornamento. Lo puoi visitare all’indirizzo: www.gisinfrastrutture.it

 

Per quali aree della progettazione utilizzi il BIM: architettonica di nuovi edifici, edifici esistenti, progettazione strutturale, energetica?

Sono specializzato nella parte infrastrutturale, ed in particolare nella progettazione stradale, ma sempre di più sto estendendo le mie competenze alla parte architettonica.

 

Da quanto tempo utilizzi il BIM e quanto tempo è stato necessario per diventare realmente operativi?

Ho cominciato ad occuparmi di BIM già pima di arrivare in Tech Data, intorno al 2008, e da allora è stato un continuo evolversi degli strumenti disponibili, e quindi un continuo crescere nella mia operatività con i diversi software.

 

Come nasce l’esigenza del BIM in Italia e nella progettazione?

I primi ad accorgersi della necessità di adottare il metodo BIM sono stati sicuramente i progettisti che lavorano all’estero, che si sono scontrati con aziende concorrenti più efficienti grazie proprio all’adozione del BIM. In seguito, sull’esempio della Gran Bretagna l’Unione Europea ha approvato la direttiva sugli appalti pubblici, che è stata recepita dall’Italia con il nuovo Codice degli appalti. Entro un anno potrebbero essere rese pubbliche le prime gare d’appalto che richiedono l’uso del BIM. Ma è importante capire che il BIM è vantaggioso comunque, aldilà dell’obbligo di legge.

 

Quanto tempo e quali investimenti devono fare i professionisti e le aziende per essere BIM compliant?

Penso che occorrano diversi mesi, se non un anno per seguire gli indispensabili corsi di formazione, mettere in pratica la metodologia BIM nei primi progetti pilota, divenire realmente operativi. E soprattutto occorre essere coscienti che l’innovazione tecnologica è continua, a volte impetuosa, quindi è necessario mettere in programma continui aggiornamenti, per accedere ai vantaggi delle nuove tecnologie. Non per niente in Gran Bretagna, pioniera del BIM, si parla già di BIM livello 2 e livello 3.

 

Ad oggi il BIM copre totalmente le necessità oppure si opera ancora in modo tradizionale?

E’ necessario capire che il BIM per ora non va a sostituire completamente le procedure tradizionali. Tanto per intenderci, uno strumento come AutoCAD è pienamente integrato nel flusso di lavoro, soprattutto nella parte finale di stampa (cartacea o digitale) degli elaborati. L’adozione del BIM, quindi, può coinvolgere prima alcune fasi di lavoro, soprattutto quelle del piano di fattibilità, per poi estendersi alle fasi definitive ed esecutive.

 

In base alla tua esperienza, qual è il futuro del BIM?

Siamo solo all’inizio, soprattutto nel campo delle infrastrutture. Se nel campo architettonico di BIM si parla ormai da una decina d’anni, anche se la sua adozione è rimasta limitata a pochi esempi, nel campo delle infrastrutture ci si è accorti della sua esistenza solo quest’anno, grazie al nuovo Codice degli appalti. Quindi abbiamo davanti un grande lavoro di formazione, innovazione e sperimentazione, che, sono sicuro, costerà fatica e sudore, ma porterà grandi benefici.

 

In conclusione, quali sono i principali vantaggi e se ci sono svantaggi legati all’uso del BIM?

Nel mio campo, quello delle infrastrutture, un primo enorme vantaggio sta nella possibilità di progettare, sin dal piano di fattibilità, in un contesto realistico 3D. L’idea progettuale diventa così facile da presentare anche ai committenti ed a tutti i portatori di interessi. Inoltre l’uso dei modelli intelligenti permette di mantenere sempre coerente tutta la documentazione, e di verificare facilmente le interferenze. Svantaggi, certamente, soprattutto nella fase iniziale: il costo della formazione necessaria ed il tempo necessario per sperimentarlo nei primi progetti pilota. Una volta a regime, la necessità di mantenersi costantemente aggiornati. Ma ripensandoci non mi pare sia uno svantaggio.

Per le competenze specifiche vi rimando al profilo linkedin dell’ Arch. Giovanni Perego https://www.linkedin.com/in/gimmigis

“Il Building Information Modeling è l’alba di una nuova era per il settore edile mondiale. È molto importante in questa fase spendersi nella formazione personale, imparare ad utilizzare i software BIM compliant e comprendere a fondo i concetti fondamentali del metodo di progettazione. Il ruolo che svolgono le scuole medie superiori e le Università è sicuramente cruciale. Sono sicuro che a breve si apriranno nuovi scenari e ci saranno tante possibilità anche per chi, approfittando del know-how personale, può adattare competenze di altri campi al mondo del Building Information Modeling”. Francesco Russo

 

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